Maria Falcone
Premio "Coraggio e solidarietà"
Fino al 23 Maggio1992, Maria è stata insegnante di Diritto negli istituti superiori; un impegno esercitato con così tanta passione, completato dando alle stampe libri di diritto ad uso scolastico.
Quel giorno, tragico per lei e la sua famiglia, è devastante per l’Italia. Maria nasce nuovamente, ed alla sua amata scuola unisce una intensa attività sociale e politica. Lo fa con lo spirito e la forza di chi vuol completare, dare un senso ad un disegno tragicamente interrotto. Quale Presidente della Fondazione, riserva un'attenzione privilegiata al mondo dei giovani perché ritiene che la conoscenza sia il modo per educare alla legalità.
Non si sottrae, poi, all’impegno politico, che abbandona salvo verificarne la presenza di logiche che non può condividere.
Il suo pensiero del 22 maggio 2012, per il ventesimo anniversario della strage di Capaci, è tutto nella definizione dell’evento:
“È una tempesta di sensazioni opposte. Da una parte prevale la nostalgia di tanti uomini giusti. Dall’altra serpeggia un senso di omissione in tante aree della nostra vita sociale.”
Come custode della memoria, è risolutanel prendere posizione criticando duramente Antonio Ingroia, magistrato candidatosi alle politiche con Rivoluzione Civile, per aver tirato in causa il nome di suo fratello in occasione di uno scontro con Ilda Boccassini: “Rispetto la storia professionale dell’ex procuratore aggiunto di Palermo. Ma la storia di mio fratello è stata del tutto diversa. E non permetto a nessuno di parlare di Giovanni per autopromuoversi a livello politico.”
E per l’oggi Maria non ha dubbi:
“C’è una sola antimafia buona. Quella dei ragazzi, degli insegnanti impegnati da anni. Se degli individui approfittano del palcoscenico per affari personali sono solo soggetti che strumentalizzano valori comunque da difendere. Tenere alta la guardia è il problema di sempre”.