KHADY KOITA
Premio “DONNA PER I DIRITTI UMANI”
Esistono forme di violenza a cui è difficile sottrarsi. Affondano le radici nel concetto di appartenenza a un luogo, un popolo o una cultura celando la loro crudeltà dietro un alone di falsa legittimità.
E la mutilazione genitale è una pratica atroce da cui ancora molte donne non trovano scampo. Un rituale spaventoso che deruba tante bambine della propria infanzia e le cui conseguenze vengono coperte, ancora troppo spesso, da un velo d’omertà.
Proprio questo velo Khady Koita ha contribuito a far cadere, contrastando la vigliaccheria del silenzio con il potere della parola e della testimonianza. Non a caso, l’associazione che ha fondato in Belgio, a sostegno dei diritti delle donne, si chiama “La Palabre”: un nome che è un invito a non tacere. Proprio come ha fatto lei raccontando la sua storia di donna ferita fisicamente e moralmente tra le pagine del libro “Mutilée”.
Lei, nata e cresciuta in Senegal da sua nonna. Lei che, a sette anni, ha subito l’offesa delle mutilazioni genitali. Lei che, ancora adolescente, è stata costretta a sposare suo cugino. Lei che ha dovuto sommessamente accettare tutto ciò che la sua cultura le imponeva. Lei che ha avuto come unica scelta quella di fuggire.
Quella stessa Khady è oggi una combattente. Una donna che è riuscita a dare un nuovo senso alla propria vita e a quella dei suoi figli.
È presidente di Euronet MGF. E parla di diritti umani alle nuove generazioni, affinché le sue sofferenze non vengano perpetuate nel corpo e nel cuore di altre giovani.
Testi di Elettra Fiorini
https://www.premiosemplicementedonna.com/it/albo-d-oro/2020/407-khady-koita.html#sigFreeIdf7168724cc