LA PRESIDENTE DI GIURA PATRIZIA MACCHIONE: "CHI SA AMARE NON ABBANDONA MAI IL TIMONE DEL RISPETTO"
In questo 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, non poteva mancare il pensiero di Patrizia Macchione che, da tre anni, svolge il ruolo di presidente di giuria del Premio Semplicemente Donna, lavorando con il comitato organizzatore per promuovere i valori del rispetto e dell’educazione nella battaglia alla violenza di genere.
“Un pensiero per essere sempre presenti e uniti nella lotta al fenomeno dilagante della violenza alle donne. Oggi 25 novembre è la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, una data che segna una triste ricorrenza: la macabra uccisione delle sorelle Mirabal, ree di essersi opposte al regime dittatoriale in quella che è oggi la Repubblica Domenicana. Un’uccisione avvenuta in seguito ad altrettante azioni malvagie. Perché quelle stesse donne sono state prima stuprate e torturate, poi strangolate. Una storia che, purtroppo, si ripete nei tanti eventi di femminicidio a cui, ancora oggi, assistiamo. Un femminicidio ogni tre giorni: dati che, soltanto a scriverli fanno rabbrividire!
Ogni anno, in occasione del 25 novembre, il Premio Internazionale Semplicemente Donna, del quale ricopro con grande onore il ruolo di Presidente di giuria, rinnova il suo appuntamento nel nobile fine di mettere in atto quel processo di sensibilizzazione e comunicazione volto a contrastare il fenomeno della violenza. In questo 2020, purtroppo, a causa delle restrizioni governative previste per lo stato di emergenza Covid, la cerimonia di premiazione dell’VIII edizione e gli incontri educativo-culturali tra premiate e studenti delle scuole secondarie superiori hanno subito la sospensione e il rinvio a nuova data.
Ma è, appunto, soltanto un rinvio perché il Premio non si ferma. Ora più che mai, non bisogna abbassare la guardia. In questo periodo di profonda incertezza, in cui l’unico protagonista è il nemico Covid, quelle situazioni di disagio e di conflittualità da cui scaturiscono forme di violenza morale e fisica sono ancora più subdole e silenti. Oggi si ha paura anche di recarsi al Pronto Soccorso, e non solo. Oggi, in tempi di lockdown, gli atti di violenza sono fortemente aumentati a causa delle costrette e difficili convivenze in pochi spazi domestici.
Talvolta, anzi spesso, si tende a giustificare un’alzata di voce, una parola sferzante, uno stato di nervosismo, un “dare la colpa” senza comprendere che è solo un modo per purificare la propria coscienza. Ma attenzione! Non è quello il modo di voler bene, non è quello il modo di amare. Chi sa ferire non è forte e non ha il coraggio di confrontarsi. Ferisce perché riconosce di non avere altro. Chi ferisce non sa amare perché chi sa amare non abbandona mai il timone del rispetto e non permette che il male finisca per prendere il sopravvento sul bene, provocando l’altrui sofferenza.
Alda Merini scriveva: “Siamo state amate e odiate / adorate e rinnegate / baciate e uccise / solo perché donne".
Non deve essere più così! Ognuno di noi sappia riconoscere che quella brutta parola, quell’accusa, quel gesto inconsulto deve essere fermato prima che sia troppo tardi, prima che si tramuti in qualcosa di irreversibile. Possiamo farlo educando le nuove generazioni al rispetto, alla comprensione, al colloquio, alla sensibilità, al saper ricevere e soprattutto al saper dare.
Ringrazio ogni Donna che ha saputo cogliere dalla propria sofferenza l’opportunità della rinascita. Ringrazio ogni Donna che, con sana competizione, intraprende percorsi di paternità storicamente maschile e dimostra di esserne degnamente all’altezza. Ringrazio anche ogni Uomo che gratifica l’essere Donna e sa condividere questa stessa sana competizione nella convinzione che la diversità di genere è una risorsa e non un rischio, è una crescita e non un impedimento.
Ringrazio le amiche premiate delle scorse edizioni che immancabilmente hanno voluto esprimere la loro vicinanza e la loro riconoscenza alla valenza del Premio. Ultimo, ma non ultimo, non può mancare il mio ringraziamento al presidente Angelo Morelli e alla vicepresidente Chiara Fatai che, nonostante le non poche difficoltà, erano riusciti a mettere in moto la macchina organizzativa per pianificare ogni dovizioso dettaglio per la realizzazione dell’evento.
Con l’augurio di ritrovarci presto al Teatro “Mario Spina” di Castiglion Fiorentino, lascio a tutti Voi un affettuoso saluto e un caloroso abbraccio.”