WIDAD AKREYI: " CON L'ARANCIONE RICORDIAMO LE VITTIME DELLA VIOLENZA DI GENERE, UNA PANDEMIA CHE ESISTE DA TROPPO TEMPO"
Genetista clinica e di ricerca per le malattie ereditarie, Widad Akreyi è una figura simbolo della lotta per la difesa dei diritti umani. Una missione che l’ha costretta a lasciare il suo paese d’origine e a vedere messa a repentaglio la sua stessa vita e quella della sua famiglia. Il suo impegno, volta a difendere anche la parità di genere e l’emancipazione femminile in Medio Oriente e nel Nord Africa l’ha spinta a diventare la co-fondatrice di una ONG che promuove la pace e la democrazia attraverso le relazioni diplomatiche. Un impegno che non è passato inosservato al Premio Internazionale Semplicemente Donna che, nel 2018, le ha conferito il riconoscimento “Diritti umani”.
In occasione di questo 25 novembre, Widad non dimentica di promuovere la “16th Days of Activism against the Gender-based Violence Campaign”, una campagna di sensibilizzazione di respiro internazionale che, quest’anno, mette in primo piano i soggetti più vulnerabili ed invita la società a partecipare attraverso i social network aderendo all’iniziativa #orangetheworld.
“La campagna riguardante i 16 giorni di attivismo contro la violenza di genere sta per iniziare e vi invito a farvi trovare pronti e, se possibile, a partecipare attraverso i social media. Dal 1991, questa campagna di risonanza globale prende il via il 25 novembre per terminare il 10 dicembre, svolgendosi a cavallo tra la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne e la Giornata Internazionale per i Diritti Umani. E’ stato scelto proprio questo periodo perché la violenza contro le donne rappresenta, di fatto, una violazione dei diritti umani che produce effetti devastanti sugli individui e sulla società nella sua interezza.
Quando parliamo di conseguenze devastanti, quest’anno, dobbiamo tenere anche in considerazione l’attuale stato di emergenza che tutto il mondo sta attraversando e mi riferisco, ovviamente, al terribile impatto del Covid-19 non soltanto in termini di perdite umane. Pur onorando tutti coloro che hanno perso la vita a causa del virus o cercando di combatterlo, non dobbiamo dimenticare le vittime della violenza di genere. Tutta la comunità internazionale non sta contrastando soltanto la pandemia del Covid-19, iniziata circa un anno fa, ma sta anche affrontando la lotta alla violenza sulle donne, una pandemia che esiste da troppo tempo e che colpisce almeno una donna su tre durante la loro vita.
Con le restrizioni sociali e i lockdown imposti dal diffondersi del Coronavirus, i casi di violenza domestica continuano inesorabilmente ad aumentare. Molte donne sono intrappolate nelle loro case, costrette a vivere con individui che abusano costantemente di loro: episodi che finiscono per peggiorare situazioni già definibili borderline generando un significativo picco di violenze. Quando, ad esempio, gli aggressori si ritrovano a perdere il proprio posto di lavoro, i loro sentimenti di frustrazione li spingono a diventare più violenti nel vano tentativo di recuperare un falso senso di controllo delle loro vite. Per questo, le azioni politiche volte a ridurre la crudeltà e individuare luoghi sicuri per ospitare le vittime di violenza diventano più cruciali che mai.
Allo stesso tempo, siamo davvero addolorati nel veder crescere il numero di arresti e intimidazione nei confronti di coloro che difendono attivamente i diritti delle donne. Questo accade in molti paesi, aree in cui il deteriorarsi del ruolo della legge e il restringersi degli spazi d’azione per la società civile sono problematiche all’ordine del giorno. Quest’anno, leviamo le nostre voci per la difesa dei diritti delle donne e per tutte le sopravvissute ad episodi di violenza, sia essa fisica o psicologica. Possiamo farlo in totale sicurezza: basterà indossare qualcosa di arancione e postare una propria foto sui social network in onore delle vittime che hanno sofferto o che stanno ancora soffrendo terribilmente.
Il mio secondo appello ha a che fare con il Premio Internazionale Semplicemente Donna, una manifestazione che avrebbe dovuto tenersi il 20 novembre. Non vedevo l’ora di raggiungere la bellissima Italia e godermi il glorioso sole della Toscana celebrando un nuovo gruppo di premiate. Sfortunatamente, le celebrazioni sono state rinviate a causa della crisi dovuta al Covid. Sappiamo che questo rinvio vi ha rattristato, ma, vi prego, non siate tristi. La cerimonia di premiazione avrà luogo non appena le condizioni di salute pubblica lo permetteranno. Torneremo presto e, nel frattempo, non lasceremo spegnere la luce che il comitato organizzatore ha saputo alimentare intorno a questo evento. Mi raccomando, state tutti al sicuro e non dimenticate di dare un tocco di arancione ai luoghi della vostra quotidianità durante i prossimi sedici giorni."
