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CHIARA FRAZZETTO RICEVE IL PREMIO “DONNA CORAGGIO”

chiara 1Conosciamo meglio Chiara Frazzetto, una donna coraggiosa che, a soli 21 anni, vede di colpo la sua famiglia sterminata, vittima del racket delle estorsioni gestito dalla mafia siciliana. Da quella tragedia, nulla è stato più come prima per Chiara che, alla mafia, decide però di non darla vinta, restando nella sua Sicilia a lottare per la sua terra natale e impegnandosi in una serrata attività di sensibilizzazione verso la cultura della legalità. Una battaglia, la sua che le vale l’appellativo “Donna Coraggio”.

È il 16 ottobre 1996, un giorno come un altro: mentre Chiara si trova a Catania per frequentare le lezioni all’università, il padre Salvatore (46 anni), la madre Agata (43 anni) e il fratello Giacomo (22 anni) si recano al lavoro nella gioielleria di famiglia. Ma quel giorno, due uomini entrano all’improvviso in negozio, e non certo per comprare degli anelli. Non sono clienti, bensì due uomini mandati dalla mafia a chiedere il pizzo. E di fronte al netto rifiuto della famiglia Frazzetto di sottostare alle loro imposizioni, s’innesca l’inferno: uno dei due uomini si avventa contro la madre di Chiara, iniziando a picchiarla, mentre l’altro prende di mira il padre. Il tentativo di Salvatore di chiamare le forze dell’ordine non va a buon fine: uno degli assalitori riesce, infatti, ad arrivare alla pistola che il papà di Chiara ha tirato fuori per difendersi, e proprio con quell’arma, lo fredda. Agata riesce a fuggire dal negozio per chiedere aiuto, ma nel frattempo, all’interno della gioielleria, i due uomini aggrediscono Giacomo e, dopo avergli inflitti alcuni tagli con un coltello, gli sparano alla tempia senza pietà. Al suo ritorno, Agata trova i corpi senza vita del marito e del figlio e i due malviventi pronti a far fuoco anche su di lei: a salvarla è la stessa pistola che, proprio in quel momento, si inceppa.

Dopo poche ore dall’accaduto, i due mafiosi responsabili della morte di Giacomo e Salvatore vengono arrestati grazie all’identikit che Agata fornisce alle forze dell’ordine; ma la vita della donna è ormai distrutta per sempre e, dopo soli cinque mesi dalla tragedia, la madre di Chiara si toglie la vita. Non prima di aver, in una lettera, esortato la figlia ad allontanarsi dalla Sicilia. Chiara ha solo 21 anni: è lacerata dalla perdita dei familiari e si sente oppressa, controllata e braccata dalla mafia. Ma il vuoto e la paura la spingono ad agire con coraggio e a fare qualcosa che non tutti avrebbero fatto: restare nella propria terra d’origine per combattere la mafia e le sue logiche. Durante il processo, inizia dunque la sua personale battaglia contro la criminalità organizzata, costituendosi parte civile e rinunciando alla scorta assegnatale. E proprio nel corso del suo infaticabile cammino alla ricerca della verità, Chiara conosce quello che oggi è diventato suo marito: all’epoca ispettore e, adesso, commissario di polizia.

A un anno dalla morte di Agata, la famiglia Frazzetto viene riconosciuta ufficialmente dal Ministero come “vittima di mafia” e dopo soli tre mesi, la Regione Sicilia approva una legge di solidarietà nei confronti di Chiara che, ancora oggi, continua a portare la sua testimonianza nelle scuole e nei carceri minorili educando i giovani alla legalità e permettendo a tutti di comprendere a tutti il vero significato della parola “mafia”. Perché soltanto attraverso il ricordo e la memoria dei loro cari, le vittime di mafia continuano a vivere. Così come la famiglia Frazzetto continua a vivere attraverso le parole, il dolore, l’impegno e l’etica di Chiara.

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CHIARA FRAZZETTO – category “Woman and Courage”

Chiara Frazzetto is a very brave woman that, at the age of 21, suddenly saw her family exterminated by shakedown racket run by the Sicilian Mafia. Since that tragedy, nothing has been the same for Chiara, that decided not to succumb to fear and fight against mafia, promoting the culture of legality.

On a day like any other, the 16th October 16 1996, while Chiara was in Catania to attend classes at university, her father Salvatore (46 years), her mother Agata (43 years) and her brother Giacomo (22 years) went to work in the family jewelry store. But that day, two men suddenly entered the shop, and not to buy rings. They were not customers; they were two men sent by the local mafia to ask for money. And in front of the clear refusal of the Frazzetto family to submit to their impositions, they raised hell: one of them started to beat Chiara’s mother, while the other kept on asking for money. The attempt of Salvatore to call the police didn’t go well: one of them managed to get to the gun that Chiara’s father took out to defend himself and shot him with his own weapon. Agata tried to escape from the shop to ask for help, but in the meantime, inside the jewelry store, the two men shot Giacomo with any mercy. As Agata came back, she found the lifeless bodies of her husband and son: the criminals tried to fire on her too, but exactly in that moment, the gun jammed.

A few hours after the tragedy, the killers of Giacomo and Salvatore were arrested thanks to the identikit provided by Agata to the police; but her life was destroyed forever and, only five months after, Chiara’s mother committed suicide, leaving a letter in which she urged his daughter to move on. Chiara was only 21 years old: she was torn by the loss of her family and felt oppressed, controlled and hunted by Mafia. But the emptiness and the fear pushed her to react with courage, doing something that noone would have done, staying in their homeland to fight Mafia. During the trial, she began his own battle against the Sicilian organized criminality, even refusing to be escorted. And precisely during her tireless journey in search of the truth, Chiara met her husband that, in 1997, was a police inspector.

One year after Agata’s death, the Frazzetto family was officially recognized by the Internal Ministry as "victim of mafia" and after only three months, the Sicily Region approved a law of solidarity to Chiara. Even today, she continued to bear her witness in schools and juvenile prisons, educating young people to the legality and making everyone understand the true meaning of the word "mafia". Because, only through memory, the victims of the Mafia keep on living. Just as the Frazzetto family has always lived through Chiara’s words, commitment and ethics.

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