AL PRETE ANTI-CAMORRA DON ANIELLO MANGANIELLO IL PREMIO “UOMO PER I DIRITTI UMANI”
Conosciamo meglio Don Aniello Manganiello, da molti conosciuto come il prete anti-camorra che, per sedici anni, dal 1994 al 2010, è stato parroco di Scampia, dove ha combattuto alacremente la criminalità organizzata strappando moltissimi giovani alla sua manovalanza e accendendo una luce di legalità e speranza. Fondatore dell’associazione “Ultimi contro le mafie e per la legalità”, con presidi attivi in molte regione italiane, ha fatto ritorno a Scampia nel 2020, proseguendo la propria lotta a favore di tutti i bambini e i ragazzi che vivono in quello che è considerato il quartier generale della camorra. A lui il premio “Uomo per i diritti umani”.
Nato a Faibano di Camposano il 14 febbraio del 1954 da una famiglia molto povera, Don Aniello, per tanti amici anche solo Aniello, sceglie da giovanissimo di studiare in seminario a Roma presso l’Opera Don Guanella, rivelando subito la sua vocazione di Uomo del Fare: da ovunque gli arrivino richieste di aiuto, lui è presente e risolve concretamente i problemi, spesso economici, della gente in difficoltà.
Nel 1994 diventa parroco di Santa Maria della Provvidenza a Scampia, il tristemente famoso quartiere della periferia settentrionale di Napoli, martoriato dalla camorra. Lì presta servizio fino al 2010: sedici anni durante i quali porta avanti una lotta serrata alla criminalità organizzata, lavorando in mezzo ai giovani, criticando apertamente l’ipocrisia e la superstizione degli affiliati che ostentano case piene di immagini sacre, e rifiutandosi persino di dare la comunione ai camorristi e di battezzare i loro figli.
Nel 1996 fonda l’Associazione Sportiva Dilettantistica “Oratorio Don Guanella” con la quale ha impegnato tantissimi bambini e ragazzi sottraendoli alle grinfie della camorra. Nella sua attività di presidente e responsabile della Scuola calcio della società, prosegue anche quando, nel 2010, viene allontanato da Napoli e rispedito in un quartiere borghese di Roma: un trasferimento, il suo, che ha suscitato le più forti proteste dei residenti di Scampia ottenendo una grande eco sui media di tutta Italia.
Garante del Premio nazionale “Paolo Borsellino”, nel 2011 dà alle stampe il libro “Gesù è più forte della camorra”, scritto a quattro mani con Andrea Manzi: un diario-inchiesta in cui racconta quei sedici anni napoletani, durante i quali è riuscito a compiere un vero e proprio miracolo, nonostante le minacce subite e gli enormi ostacoli posti anche da parte della politica locale.
Nel suo libro scrive: “Le esistenze fagocitate dalla criminalità vanno raggiunte con paziente disponibilità, affiancate nel dolore, sostenute individualmente. Soltanto dall’alleanza con l’uomo, che è insieme autore e vittima della violenza, può partire il percorso di rinascita, la lenta salita verso la liberazione”. E prosegue: “Mi sono rifiutato di celebrare il matrimonio di un camorrista, Ho dato del pinocchio a Borsellino. Ho criticato la Chiesa di Napoli quando non ha trovato il coraggio di denunciare certe cose o di schierarsi. Ma non l’ho fatto per me. L’ho fatto perché da parroco, mi sono preoccupato della mia comunità”. Una comunità che vive a Scampia.
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DON ANIELLO MANGANIELLO – category “Man for Human Rights”
Don Aniello Manganiello is known as the anti-camorra priest that, for sixteen years, from 1994 to 2010, held the role of parish priest in the Neapolitan district of Scampia. There he fought vigorously the organized criminality, taking many young people away from its labour and lighting a flame of legality and hope. Founder of an association against mafia with several active garrisons in many Italian regions, he came back to Scampia in 2020, continuing his struggle for all the children and young people who live in the headquarters of camorra. In Castiglion Fiorentino, he will receive the “Man for Human Rights” Award.
Born in Faibano di Camposano (Italy) in a very poor family, Don Aniello chose, when he was only a young boy, to enter the seminary at the Opera Don Guanella in Rome. There he immediately revealed his vocation as man of good works: wherever needed, he used to concretely solve people’s problems, even the economic ones.
In 1994 he became the parish priest of the Church “Santa Maria della Provvidenza” in Scampia, the sadly famous district of the Northern outskirts of Naples, battered by camorra. There he served until 2010: sixteen years during which he used to carry out a close fight against the organized crimanality, working with young people, openly criticizing the hypocrisy and superstition of the affiliates who flaunted houses full of sacred images, and even refusing to give communion to the camorra men or to baptize their children.
In 1996 he founded the sporting club "Oratorio Don Guanella" in which he engaged a lot of children and young people, taking them away from the clutches of camorra. He carried on his activity as president and head manager of the football school of the club, even when, in 2010, he was removed from Naples and sent back to a middle-class district in Rome: a transfer that aroused the strongest protests of the residents of Scampia, obtaining a great echo in the media throughout Italy.
Guarantor of the National Prize "Paolo Borsellino", in 2011 he wrote the book "Jesus is stronger than Camorra", composed together with Andrea Manzi: a diary that recounted his Neapolitan years, during which he managed to perform a real miracle, despite the threats and the big obstacles posed by local politics.
In his book he writes: "Lives consumed by crime must be reached with patient availability, side by side in pain, individually sustained. Only from the alliance with man, who is both the author and the victim of violence, can start to rebirth and regeneration.” He went on: "I refused to celebrate the wedding of a camorra man, I call. Borsellino a liar, I criticized the Church of Naples when it did not find the courage to take sides. But I did not do it for me. I did it because as a parish priest, I worried about my community". A community that lives in Scampia.